kapedag   13 Maggio 2014   4492    lazio , spiagge

Ad aprile 2008, dopo 15 anni di dittatura incontrastata, i "compagni di merende" Rutelli e Veltroni sono stati mandati a casa e Roma sottratta al comitato d'affari delle cooperative che la governavano.

Non voglio, in questa sede, soffermarmi sul cataclisma politico che la scelta ha causato, a cominciare dalla stessa amministrazione comunale nelle mani di "consulenti" nominati da Veltroni.

Voglio invece parlare del nostro "ex dal doppio mandato" e della sconfitta di colui che per primo a Roma a creato un area dedicata al nudismo: l'oasi naturista di Capocotta.



Detta così sembrebbe che Rutelli abbia dei meriti nella materia che ci interessa, invece il costo delle sue scelte ancora lo paghiamo.

Capocotta era la spiaggia "libera" da sempre dei romani che non ragionano a schemi; era la spiaggia dove generazioni di persone hanno esercitato la propria libertà senza condizionamenti e vincoli nel rispetto reciproco e nella coscienza comune del contesto.

Poi è arrivato lui... con lui e la sua giunta anche il fenomeno dell'immigrazione clandestina romana di massa, che si è spostata su un accogliente e incustodito litorale.

Gli immigrati di Rutelli hanno inteso il trinomio libertà/trasgressione/rispetto come illiceità/violenza/prevaricazione e - senza controlli - il sacco del litorale è iniziato e proseguito fino alle estreme devastanti conseguenze in termini di accoglienza e territorio.

Che ha deciso di fare l'allora sindaco di Roma per limitare gli effetti del disastro portato dal "buonismo" e dalle politiche di "integrazione" della politica cattocomunista? Ha scelto di costruire a Capocotta!!! Ebbene si, urbanizzare un area naturalistica di incomparabile bellezza invece di mandare squadre di carabinieri a far piazza pulita. Ha opportunisticamente deciso di "decentrare" parte del problema, togliendo i clandestini in eccesso da Colle Oppio per trasferirli a Castelporziano.

Ma non è finita! Gli ex gestori abusivi, generalmente reietti delle patrie galere, si sono improvvisamente ritrovati imprenditori balneari con tanto di strutture corrompenti per il territorio, finanziate dal Comune.

Assieme alla legittimazione è arrivata l'arroganza, la protervia e la consapevolezza che il sacco di Capocotta era ormai ultimato. Le bande di "bagnini" rumeni irregolari hanno cominciato ha imporre le regole promananti dai rispettivi coordinatori "marocchini", con i loro metodi spicci.

Risultato finale: nudisti ghettizzati nell'Oasi; spiaggia di Capocotta svenduta al commercio e alla moda chiassosa dei tessili, litorale devastato da decibel notturni e gruppi elettrogeni.

Alla fine anche quei "mitici" due km di spiaggia sono diventati una propaggine dei "cancelli"...non gli bastavano al Sindaco e ai "suoi" i precedenti otto chilometri già a disposizione per accogliere costumati e fagottari con palloni e gonfiabili.

Che rimane della Capocotta del "buco", quella dove ho mosso i primi passi nel mondo dello scambismo "nature"? N U L L A se non un vivo ricordo e tanta nostalgia, poichè nessuno dopo ha fatto nulla per ripristinare il paradiso perduto.