Club Privè

 Antonello Silani      5058    racconti erotici

Club Privè

Lo sapevate…. Luigi un giovane imprenditore non ancora trentenne ha portato circa venticinque anni fa i club privè a Roma. C’erano già in Francia e per restare più vicini a noi, uno anche a Milano (l'Avangarde). Luigi, nel 2003, ha dovuto difendersi da un accusa di sfruttamento della prostituzione.

Chi non sa cosa sia un club privè sarà incuriosito. Solo se si è entrati, non meno di venti anni fa, in quelli che erano templi del piacere e del libertinaggio si può capire cosa fossero quelle realtà che per taluni hanno determinato il disinteresse di frequentare – dopo – posti del tutto convenzionali. Ci sono scelte che non hanno un motivo, non è ragionevolmente comprensibile perché un giovane di 27 anni, di bell’aspetto e sessualmente appagato da una varietà adeguata di rapporti, scelga un giorno alla fine degli anni 80 entrare in un club privè, quando solo pochissimi sapevano di cosa si trattasse. Oggi no….nessuno se lo chiederebbe, è diventato frequente, anzi la prima volta viene spesso anticipata prima dei 25 anni, talvolta per festeggiare il compleanno.

In effetti, oggi si accede a qualcosa di diverso da allora.

Gli avevano detto: ai Castelli Romani, direzione Grottaferrata dopo il ristorante…..non prima delle undici. Qualche errore di percorso, insufficiente peraltro a rimediare al cospicuo anticipo determinato dall’ansia, ma alla fine arriva.

Dinanzi a quel grosso portone metallico si accavallano cumuli di sensazioni, dal senso di colpa alla ribellione e fino all’ultimo non sai se spingere il pulsante del citofono, ti rendi conto di stare trasgredendo - sia pur legalmente - e ciò ti intimidisce; hai però fretta di toglierti da quell’imbarazzante situazione e di non esser più alla mercè dello sguardo dei passanti.

Dopo non poche esitazioni e una breve riflessione sul comportamento da tenere spinge il pulsante del videocitofono…"sono Edoardo..l’amico di Rosy ed Ago"e il cancello si spalanca; l’impatto è rilevante: un vialetto alberato assai curato porta a una villa bellissima: terrazza, ampio giardino anch’esso curatissimo e ceri accesi lungo il bordo della piscina. Un tipo dall’aria indifferente sta seduto dietro una scrivania con alle spalle il guardaroba, alla fine vialetto che porta dal parcheggio auto all’ingresso del locale. Il tizio rivolgendosi con modi assai gentili gli dice "lei è socio?"; alla sua risposta negativa lo invita a compilare un modulo con i dati di riconoscimento e nel contempo gli chiede di esibire un documento d’identità. Questo è un momento terribile per uno che ha "una posizione" o che pensa che l’avrà di li a poco, non ci pensa nemmeno a dargli i dati corretti, quindi dice di non possedere alcun documento con se e si appella all’amicizia che poc’anzi ti ha spalancato il portone.  Per questa volta è andata, Edoardo paga la "cifra associativa" di ca 60.000 lire (nulla a che vedere con i 150 € di oggi) ed entra.

Il primo sentimento è di grande grande sollievo. Lì spariscono remore e paure, ti senti protetto, perdi ogni tipo di perplessità…. Vuoi provare a fondo questa nuova emozione. La parte interna del locale è ancora più elegante, diffusa penombra, divanetti un pò ovunque, la pista da ballo ancora non frequentata e in fondo alla sala un bar e una scala sulla destra.

Si approssima al bar scrutando curioso ma con fugacità le persone sedute sui divani ed intente a chiacchierare con tono di voce basso sorseggiando una bibita. Sono tutte coppie e ce ne saranno a vista almeno una quindicina. Si accorge che da solo c’è solamente lui….ma anche che è anche il più giovane e ciò gli da una grande sensazione di sicurezza e orgoglio. Le donne sono tutte in gonna o vestiti leggeri, calze sottili e tacchi alti, gli uomini anch’essi generalmente curati nell’abbigliamento, non lo sono altrettanto nel fisico ma niente a che vedere con le signore. Si respira una pesante aria di trasgressione, ne è cosparso tutto l’ambiente; lui si sente gli occhi addosso, con l’intensità che può provare una bella ragazza che entra in un bar frequentato da soli uomini alle undici di sera per comprare le sigarette, ma senza la morbosità e l’indiscrezione di quegli sguardi. In prossimità del bancone un giovane si avvicina ad Edoardo e gli dice "sei solo? è la prima volta? Benvenuto alla villa della Dama"…. è Luigi il proprietario del locale, amico dei gestori che aveva conosciuto in spiaggia. "Sai non voglio fare nulla, solo guardare" risponde Edoardo con timidezza. "Questo è un posto per gente libera, ciascuno fa ciò che vuole, nessun giudizio ma soprattutto nessun pregiudizio….solo rispetto assoluto della libertà altrui. Un no qui è un no non un forse, ricordalo" replica l’altro aggiungendo "sai per entrare da soli è necessario conoscere dei soci, considerati fortunato". E’ vero lo era stato, allora non c'erano i "signori singoli" super corteggiati dalle gestioni ...papponeggianti.

Il problema di Edoardo però in quella circostanza non fu assolutamente quello dei "no" ma anzi quello di gestirsi i "si" che di lì a breve gli sarebbero piombati addosso senza preavviso. Di questo si accorse anche Luigi che, forse per cameratismo maschile forse per opportunismo mercantile sarebbe poi divenuto suo ottimo conoscente. Non amico perché mai Edoardo, fino a età matura,  avrebbe abbandonato la separatezza tra le sue due vite: lavoro, famiglia e amici da una parte, trasgressione, curiosità e conoscenze dall’altra. Dietro al bar una stanza con divanetti disposti a ferro di cavallo, un piccolo talamo circolare nel centro ed uno schermo con in corso la proiezione di un film hard. Solo di poco più avanti quella intrigante scala che portava al piano superiore. Edoardo decide di salire, guarda curioso i due bagni finemente arredati e le quattro stanze, ciascuna con un unico grande letto, collegate da un balcone che dà sul giardino. C’era un aria primaverile su quel balcone e il giardino era illuminato dalla luna che si rifletteva nella piscina…Edoardo stava assaporando ogni minuto di quei momenti. Dopo la breve sosta si accorge che non c’è nessuno, era presto… torna giù e si infila nell’improvvisato cinema per sottrarsi agli sguardi degli avventori.

Quanto avvenne dopo ha segnato per sempre la vita di Edoardo che non sarebbe stato più lo stesso; è lì in quella sera di primavera che è cominciata la scalata alla ricerca di emozioni sempre nuove e sempre più intense che ne ha guidato ogni scelta successiva, paradossalmente anche sul lavoro.  In effetti non ebbe nessun rapporto sessuale quella sera, la sua eccitazione la sfogò in un violento autoerotismo che però non aveva più nulla di quello adolescenziale. Non che non avesse ricevuto proposte, ne fu quasi sommerso, valutando con il senno di poi; ma non era pronto, non capiva il linguaggio dei gesti e degli occhi che sostituisce le parole nella fase dell’approccio in quei posti, era ritroso e un po’ spaventato di non essere all’altezza.

Oggi Edoardo scopa più donne allo stesso tempo e lo fa anche davanti a dieci uomini che si masturbano lasciando che siano loro ad inondare la sua amica occasionale nel momento dell’orgasmo; lo fa al cinema, in spiaggia nei locali affollati, ha perso ogni inibizione e limite.

Passò tutta la serata a guardare ma soprattutto a respirare l’atmosfera del locale: vide una ragazza spogliarsi completamente mentre ballava in pista e gli uomini presenti cingerla da tutti i lati toccandola con avidità nelle parti più intime; vide due donne intente in un sessantanove mentre i rispettivi partner le guardavano masturbandosi; vide due uomini prendere contemporaneamente la stessa donna; vide una ragazza trastullare il suo uomo con i piedi; vide un pompino a due bocche… senza sapere che era solo l'inizio del suo vizio che l'avrebbe portato a praticare il sesso libertino per la prima volta un anno dopo e poi per tutta la sua vita. Ebbene si …per i successivi dodici mesi Edoardo avrebbe accresciuto sia numericamente che nella varietà la frequentazione di locali e località trasgressive, ma non avrebbe mai fatto nulla di concreto….se non grandi seghe!

Sarà proprio Rosy, che quella sera invece non si era presentata all’appuntamento, a sverginarlo insieme ad una sua amica in un incontro casuale, di molto successivo.

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1 Commento

  1. b-bender
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    says:

    non era di legno il portone a Grottaferrata?

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