I privè seri non accettano le singole?

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I privè seri non accettano le singole?

Oggi voglio cimentarmi con una questione importante nel contesto libertino italiano: le difficoltà per le “singole” di accedere ai club privè. Prendo spunto dalla richiesta che ho ricevuto tramite il mio account FB di intercedere presso un noto club romano particolarmente severo nella selezione su questo aspetto, al fine di consentire l’accesso a quattro donne non accompagnate. Quest’ultima definizione nasce dalle informazioni che le amiche mi hanno fornito, le quali escludono di poterle fare rientrare nelle “singole”, essendo tutte o sposate o separate da poco.

Va detto preliminarmente che tale comportamento dei gestori non rientra  in tematiche di tutt’altro  spessore, quale la discriminazione di genere ma, molto più semplicemente, in questioni di ordine pubblico; va detto inoltre, che  la selezione sessuale riguarda solo i club italiani e, tra questi ultimi, quelli che si atteggiano a serietà. I similpostriboli mascherati da privè non si pongono il problema, anzi le incentivano e  ne gestiscono se non addirittura remunerano i comportamenti .

L’assenza nei locali di singole “vere” – che pure è dimostrato esser poche ma esistere - è un oggettivo limite del lifestyle; né è coerente con il livello d’emancipazione sessuale della maggior parte delle donne che, al contrario, suggerirebbe di consentire tale opportunità di diversificazione, similmente a quanto avviene all’estero. Il belpaese, però, è da sempre un covo di furbetti e opportunisti, le regole sono molte ma vengono aggirate in assenza di sanzioni efficaci. A questo si aggiunge che in Italia lo sviluppo dei club privè è stato finanziato dai singoli maschi, essendo le loro alte quote quelle che hanno permesso l’arricchimento delle gestioni, a fronte di nulle o minime corrisposte dalle coppie. E’ evidente, quindi che se il singolo è al centro dell’attenzione imprenditoriale, tutto ruota attorno a questa figura che però è rischiosa oltre ad apportare soldi. All’estero la situazione è diversa, il gioco ruota attorno alle coppie. Il singolo non solo è solo di contorno ma spesso viene escluso del tutto (vedi ad esempio nel sud della Francia di sabato nessun singolo viene accettato nei privè), per cui la singola si raffronta per lo più con le coppie e non con i singoli e  le cui esigenze di questi ultimi  sono secondarie nelle priorità di gestione.

La necessità di contenimento delle situazioni di tensione nascenti dalla competizione tra i numerosi maschietti italioti per accaparrarsi una scopata facile o una possibile compagna di giochi (utilissima per pagare meno ed accedere alle sale coppie) è sicuramente uno dei motivi che suggeriscono alle gestioni di ostacolare il proliferare delle singole. Il rapporto dei singoli con le coppie, infatti, è filtrato dal lui di coppia cui viene delegata la gestione dei singoli. Il degenerare inevitabile di tali situazioni comporta il rischio di chiusura del locale per situazioni mancato mantenimento dell’ordine interno .

Il problema principale in Italia è però quello della genuinità della singola, ovvero che non si tratti di un accompagnatrice o di mercimonio vero e proprio praticato internamente o  portando il “cliente” fuori dal locale. Tale fenomeno è presente anche nelle coppie finte, in cui lei si accompagna a differenti singoli dietro corrispettivo. I locali più avveduti hanno provveduto a contenere anche questo ultimo fenomeno attraverso l’uso strumentale delle tessere associative, con cui monitorano la clientela. Il rischio in questi casi è la chiusura del locale per favoreggiamento della prostituzione

Un altro ostacolo serio è la diversa mentalità con cui, non sempre ma di frequente, le singole approcciano al lifestyle. Per un gruppo di donne italiane sole andare in un privè significa soddisfare un curiosità morbosa e poter replicare - in maggiore libertà - quello che fanno nelle discoteche; per cui si va da un approccio “goliardico” stile locale strip-men, ad uno rimorchiereccio sul genere aperitivo fashion tra separati e questo rende difficile l’interazione sia con le coppie che con i singoli. Intendo dire che le persone che frequentano stabilmente i privè sono – di massima – finalizzate a concludere in un modo o nell’altro. In particolare, le coppie non vanno a fare amicizia con persone sole e i singoli hanno poco tempo a disposizione per massimizzare la pesante spesa sostenuta (potrebbero valutare un dispendio di tempo solo nell’ottica d’investimento di cui ho detto sopra). Faccio un esempio per chiarire, una volta che la singola ha scelto il suo partner tra i singoli dovrebbe farci sesso ein plein air, perché in due non si entra nelle stanze chiuse (possono andare al motel ma il singolo col cavolo che si muove), e cosa credete facciano gli altri singoli vedendo che c’è “una che ci stà” ed è senza uomo a presidio … e come reagirebbe il prescelto (ma non titolato) di fronte all’assalto dei “colleghi”? In questo caso si creano disallineamenti di obiettivi che possono creare insoddisfazione, tensioni  e talvolta gelosie che vanno ad incidere sulla reputazione del club.

Preservare gli equilibri interni e far percepire alla clientela un ambiente sano è il difficile compito del gestore; tutti sanno che nei privè ci sono “coppie” compiacenti ed è una situazione ormai accettata da tutti, per le coppie il prezzo per pagare poco e non esser assillati dai singoli, per questi ultimi la garanzia di risultato. Non altrettanto accettabile per chi vive il libertinaggio come scelta volontaria e resposabile - ma anche dagli organi di controllo - la presenza di prostituzione palese, che la donna sola incarna.

Tuttavia i tempi cambiano, io stesso ho accolto l’intervista con quella che considero la gestione più avveduta e lungimirante del panorama dei locali scambisti italiani. Loro hanno cercato di aprire al fenomeno  con una serata dedicata ma non si può tacere che, prima dell’evoluzione dei costumi, serve un'evoluzione della mentalità; il libertinaggio che non è assimilabile ad una serata in discoteca per prendere l'ora d'aria. La coppia libertina si mette in discussione, supera ostacoli difficili per condividere certe scelte e – a mio avviso – merita il rispetto di una ambiente pulito .

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2 Commenti

  1. EleRi83
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    Quando ci siam trasferiti in Gran Canaria e siaml andato per la prima volta in uno swinger ci abbiamo trovato 2 belle single (donne!) 1 delle quali la mia compagna non si è fatta scappare! E non è stata l'unica volta , capita molto spesso . Una sera uscendo entravano 2 belle gnocche giovani probabilmente in vacanza con una sana voglia di sesso! Peccato che era brutto uscire per rientrare ma un occasione rara persa!! :) Basta uscire dall'Italia e molte mentalità cambiano completamente... d'altronde si sa che siamo il "bel paese" per molti aspetti!

  2. kapedag
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    says:

    So di che parlate e non posso che darvi ragione pienamente. Noi ci siamo conosciuti proprio in quel contesto. Di massima converrete che le singole che spesso frequentano l'Eternity vanno a coppie e non cercano singoli, che pure sono ammessi in numero infinitamente minore rispetto a qualunque privè italiano. In ogni caso la situazione è destinata a cambiare anche da noi, se eliminano il modello associativo nei privè, si andrebbe in tematica di discriminazione.

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