kapedag    1827  club privè , lifestyle , gestione locale
Molti sanno che talvolta mi sono spinto in critiche sulla presenza e sul ruolo dei singoli nel lifestyle: sono troppi, creano problemi di privacy alle coppie, spesso sono troppo giovani ed inadatti alla mentalità dei locali che frequentano che nemmeno comprendono. Va detto, tuttavia, che sono chiari ed evidenti, la loro presenza e i loro desideri sono trasparenti e non se ne vergognano; pertanto si possono amare o odiare in base ai gusti.
Al contrario i frequentatori delle “camere chiuse”, cosiddetti “predatori" o "hunter", si nascondono dietro la coppia e si comportano molto peggio dei singoli (di loro ho già trattato qui). Questi “signori” puntano la preda e la conducono, grazie alla loro esperienza pluriennale e all’uso indegno delle proprie partner, nelle camere che i club privè consentono di chiudere a chiave, al solo fine di evitare la fuga dei malcapitati ma soprattutto la competizione ed il confronto, inevitabile nelle aree comuni dedicate alle sole coppie.
Le camere chiuse non hanno senso nei club privè! Non ci dovrebbero essere. Nascono dall’esigenza di tutelare le coppie che vanno prevalentemente a singoli e quelle in cui il lui della coppia è fortemente bisex, connotazioni entrambe che non fa piacere “pubblicizzare”.
In realtà nel mondo del libertinaggio non ci si dovrebbe vergognare dei propri desideri, quali che essi siano.
I gestori sanno che questi ambienti vengono utilizzati impropriamente e regolamentano l’accesso a un numero minimo di tre persone, inoltre, i migliori locali ne mettono a disposizione un numero esiguo rispetto agli ambienti aperti, anche a motivo del rischio legale nascente dal fatto che non si può vedere che succede all’interno e alla relativa responsabilità solidale.
Ci sono club, invece, che ne hanno molte e che sostituiscono con questi ambienti la sala coppie (ampio spazio ove i singoli non sono ammessi), che è la vera essenza del libertinaggio ove si “gioca” tra persone che condividono i desideri in complicità, non cercano di forzare le situazioni e godono del contesto voyeuristico che le connota. Il motivo di questa scelta risiede nel cercare di attrarre proprio quella tipologia di “sottocoppie” di cui ho detto sopra oppure nel favorire il mercimonio delle “coppie pagate” che risiedono nel locale e non ci tengono a far vedere come operano, avendo come unico lavoro quello di far venire più singoli possibile nel minor tempo possibile.
I “predatori” accampano la scusa che ci sarebbero coppie alle prime armi che si vergognano, non invece che sono loro a voler agire indisturbati senza pagare il motel, perché – va detto – nei privè con molte camere chiuse le coppie di norma non pagano, spesso cenano e fanno tutti i loro porci comodi senza corrispettivo per le gestioni che ne sono vittime e talvolta complici, solo perché hanno locali non degni di chiamarsi club privè.
Faceva bene il mio amico gestore a fare quello che ho scritto qui
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